QUANDO IL FUCILE E’ PER LEI ... LA BECCACCIA


Indubbiamente selvatico difficile e affascinante e il cacciatore ha bisogno di un’arma attenta al tipo di caccia e alle sue difficoltà.

Beccaccia alias Scolopax Rusticola, il selvatico tra i selvatici, e forse - questo è il mio pensare - il suo nome latino rusticola, ne evidenzia la rusticità e la nota difficoltà di cattura. E' utile ricordare che il cane, sempre al massimo della forma, deve fare il suo buon lavoro per ottener carniere, ma anche il cacciatore non può esimersi dal fare la sua parte per non trovarsi in difficoltà, oltre quelle che lo scolopacide già crea.


Il beccacciaio dovrà perciò dotarsi di arma e munizioni adeguate alla caccia ed alle insidie che la regina del bosco metterà in atto. Si perché, nella caccia alla beccaccia ci sono tutti gli ingrediente per portare il cacciatore alla figuraccia, anche se lui ci ha messo tutto l'impegno possibile ed ha scarpinato tra mille difficoltà.


Allora partiamo dal soprannome che gli abbiamo affibbiato: regina del bosco. La beccaccia lo è a tutti gli effetti, perché è difficile trovarla in ambienti aperti o incolti. Vive e migra fermandosi nei boschi e nelle zone di questi particolarmente umide, quelle che per capirci, sono più fitte di sottobosco e ove può trovare con facilità la sua alimentazione principe, ossia tutti gli appartenenti al genere lumbricus, anellidi ricchi di sostentamento, per lei che può catturarli sondando il terreno col suo lungo becco.


E' quindi un predatore e come tale particolarmente elusiva e imprevedibile nei comportamenti di fuga.


E come la si può cacciare al meglio e con che arma? Partiamo dal presupposto che con buona probabilità, un semiauto è arma esuberante, perché riuscire a piazzare il terzo colpo nel fitto di un bosco italiano è esercizio quasi improponibile. Per cui, per esperienza personale due colpi sono abbastanza e forse la soluzione ideale. Ma che fucile? Quelli da beccaccia devono avere connotati ben precisi e non occorre investire sul pregio, sarebbero come si suol dire, soldi sprecati. Questo perché la caccia allo scolopacide ci porta in ambienti difficili, nei quali anche il semplice avanzare è impedito dalla fitta vegetazione e il fucile di pregio si danneggia velocemente, rigando i legni sugli arbusti per l'eccessivo sfregamento.

Le canne, sono indubbiamente uno degli elementi fondamentali. Non occorrono lunghe, dato che il tiro utile, avviene sempre a pochi metri ed oltre i quindici, è difficile centrare la beccaccia, che avrà messo tra lei e noi un bel numero di arbusti. Il tiro è perciò immediato e assolutamente istintivo e il maneggio di un'arma basculante (già più corta di suo del semiautomatico) e con canne corte rappresenta il massimo dell'efficacia. In Italia alcuni produttori realizzano armi specifiche, ma mi piace segnalare Franchi, che alla beccaccia ha dedicato una versione del suo Feeling e l'ha dotato di canne da 62 cm. Sinceramente oltre non serve proprio.


Altro principio, di nuovo attenzionato dal marchio urbinate capitanato da Bruno Beccaria, è quello dell'ampiezza di rosata, fondamentale questa, per molte fucilate buttate là alla "sperandio". In questo caso il Franchi Feeling Beccaccia, propone varietà di strozzatori tra i quali un paradox (che essendo raggiato permette un buon allargamento della rosata) e il classico cilindrico. Pensare di restringere la rosata per allungare magari un pò il tiro è un non senso che non fa che aumentare le chances dello scolopacide. Il principio è quello della saturazione d'area e un paradox è quanto di meglio la balistica moderna, dai tempi pioneristici di Holland & Holland, sa metterci a disposizione.


Un aspetto, non ultimo, è la ricerca della leggerezza, realizzata in tutti i modi utili allo scopo, a patto che il fucile venga sbilanciato. Già la riduzione della lunghezza della canne agevola il contenimento del peso, ma ulteriori intelligenti soluzioni, possono essere adottate. Tra queste, la riduzione della presenza delle bindella di unione delle canne, cosa realizzabile nel sovrapposto ma non nella doppietta. Un esempio di tale realizzazione sta nel suddetto Feeling Beccaccia ove l'unione delle canne si realizza in volata, mentre per tutto il resto della loro lunghezza le stesse corrono separate. Ai fini del contenimento del peso è inoltre quasi d'obbligo una bascula in ergal decisamente più leggero del classico acciaio.


Un ultimo particolare riguarda la piega. Se riusciremo a sparare ad una beccaccia nel bosco sarà quando spicca il volo nella classica colonna. Essendo spesso impediti e non liberi di imbracciare e mirare, si può incorrere sovente nel rischio che i colpi sparati risultino bassi. Perciò l'utilizzo di un fucile più dritto del nostro solito ci può aiutare, spedendo i colpi un pò più alti di dove siamo riusciti a puntare (non uso il termine mirare che per la beccaccia, nel tiro d'imbracciata è un serio eufemismo) e anticipando la beccaccia in colonna.

Allora, due colpi, leggero, ampie strozzature e il calibro da scegliere, secondo i propri gusti, anche se la beccaccia richiede abbastanza piombo dato che molto di quello presente in cartuccia è stoppato dalla vegetazione, perciò ...... Franchi Feeling.


Riccardo Ceccarelli


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