CARTUCCE E POLVERI: CONSERVIAMOLE A DOVERE


Alcune utili indicazioni che hanno una importanza capitale nella corretta conservazione nel tempo delle cartucce da caccia e delle polveri.

Conservare correttamente le cartucce e quindi la polvere che contengono o semplicemente i contenitori della polvere riveste una grande importanza al fine di mantenere il rendimento originale. E' in qualche modo noto che le polvere più o meno igroscopiche possano avere problemi nei confronti di una conservazione no corretta per l'umidità, ma occorre chiarire che anche la temperatura deve comunque essere tenuta sotto controllo. Ma andiamo per ordine.

C'è da sapere che tutte le polveri da caccia o da tiro, nessuna esclusa, hanno un loro contenuto naturale di umidità. Stesso concetto per la presenza di solventi. Entrambi, nelle quote con le quali sono state inserite, hanno un livello importante nelle caratteristiche balistiche di ogni singola polvere. 


Se possiamo ben immaginare che un aumento del contenuto di umidità altera inesorabilmente le caratteristiche di una polvere, anche una sua diminuzione, unitamente a quella dei solventi volatili può essere considerata altrettanto grave, causando di fatto un fenomeno di vivacizzazione del propellente, fenomeno che può celare elementi di pericolosità.

Occorre perciò porre in atto degli accorgimenti che in tutti i modi evitino tali rischi.

E' assolutamento necessario che la conservazione di polveri e cartucce sia realizzata in ambienti troppo caldi e secchi ed è deprecabile l'abitudine di taluni, di porre al ritorno da caccia, le munizioni ad una sorta di "forzatura termica" accanto a fonti di calore. Tale pratica diciamolo chiaramente è "scriteriata".


Conservare correttamente le cartucce e quindi la polvere che contengono o semplicemente i contenitori della polvere riveste una grande importanza al fine di mantenere il rendimento originale. E' in qualche modo noto che le polvere più o meno igroscopiche possano avere problemi nei confronti di una conservazione no corretta per l'umidità, ma occorre chiarire che anche la temperatura deve comunque essere tenuta sotto controllo. Ma andiamo per ordine.

C'è da sapere che tutte le polveri da caccia o da tiro, nessuna esclusa, hanno un loro contenuto naturale di umidità. Stesso concetto per la presenza di solventi. Entrambi, nelle quote con le quali sono state inserite, hanno un livello importante nelle caratteristiche balistiche di ogni singola polvere. 

Se possiamo ben immaginare che un aumento del contenuto di umidità altera inesorabilmente le caratteristiche di una polvere, anche una sua diminuzione, unitamente a quella dei solventi volatili può essere considerata altrettanto grave, causando di fatto un fenomeno di vivacizzazione del propellente, fenomeno che può celare elementi di pericolosità.

Occorre perciò porre in atto degli accorgimenti che in tutti i modi evitino tali rischi.

E' assolutamento necessario che la conservazione di polveri e cartucce sia realizzata in ambienti troppo caldi e secchi ed è deprecabile l'abitudine di taluni, di porre al ritorno da caccia, le munizioni ad una sorta di "forzatura termica" accanto a fonti di calore. Tale pratica diciamolo chiaramente è "scriteriata".


Il rischio maggiore sta nell'imperizia che mettono in atto taluni cacciatori al ritorno dalle giornate piovose mettendo ad "asciugare" le cartucce vicino a fonti di calore. C'è da rilevare che le moderne munizioni con contenitore in plastica sono di per se abbastanza protettive, per cui se non direttamente bagnate, cosa che ne consiglierebbe una diretta distruzione, occorre solo lasciarle respirare a temperatura ambiente e in ambiente domestico, senza che esse siano protette da nessun involucro.

I caricatori domestici, passione che coinvolge molti appassionati, dovrebbero farlo in giornate asciutte e di alta pressione, perché la polvere fuori dagli involucri assorbe con più facilità l'umidità che poi rilascia molto lentamente una volta immessa nella cartuccia.

La capacità di conservazione

Se la conservazione avviene con le modalità suddette, le polveri hanno una durata temporale di conservazione importante che può raggiungere i 30-40 anni. Ma come facciamo a sapere se una polvere regalata è stata conservata correttamente. Un indicatore può essere di tipo odoroso, infatti una polvere nella quale è in atto un processo di degradazione, emana spesso un odore acido abbastanza penetrante. Questo è l'indicatore in maniera empirica che tale polvere non va utilizzata ma immediatamente distrutta o fatta distruggere da chi è in grado di farlo in sicurezza.

Anche nel caso di cartucce regalate, l'abitudine di qualcuno di scaricarle per recuperare la polvere è da considerare una pessima abitudine.

Il caricatore domestico, che in relazione all'arma che utilizza cerca di perfezionare le prestazioni, dovrebbe sempre utilizzare polveri recenti o di cui si conosce perfettamente la conservazione sia per sicurezza sia per ottenere gli ottimi risultati che va ricercando.

Riccardo Ceccarelli

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